Intervista ad Anna Marani
Vi presento Anna Marani, alias A. Mara Cortes.
(https://www.amazon.it/A-MARA-CORTES/e/B0BRH81D5M/ref=aufs_dp_fta_dsk)
Introduzione
Classe '70. Tre cani, due gatti, un marito. Professione grafica, redattrice di riviste per bambini e scrittrice in self.
Libri scritti, parecchi.
Come Anna Marani: Malìa d'Eurasia e, insieme a Elena Torre: Erode e la psicopatia dell'allenamento (raccolta di racconti noir), L'Eroe ed E3 (romanzi noir).
Come A. Mara Cortes: Turi Tourette (romanzo per ragazzi), Il Nefilim e Jadelynn de'Thule (romanzo fantasy), Le donne di Frieder (romanzo noir), insieme a Vinnie Palombino: C'era una volta - Storia di un principe che diventò una principessa e una principessa che diventò un principe (favola illustrata + fumetto) e Belle di Zia - Come Ogni VIta In Due (romanzo illustrato per ragazzi).
Intervista
- Perché scrivi?
"Scrivo perché il vero mondo in cui vivo non è quello reale, che è così privo di romanticismo e di avventura!"
L'infanzia di Anna ha avuto le sue ombre, quando la madre le ha regalato una macchina da scrivere, ha scoperto un magnifico modo per evadere dalla realtà. Costruendo personaggi e mondi di fantasia, ha sviluppato la creatività costruendosi un rifugio che non l'ha mai lasciata.
"Quando mia madre non voleva me e mio fratello fra i piedi, lui ci portava nel suo ufficio e io attaccavo francobolli alle buste o inventavo delle storie, mi immergevo in universi tutti miei... trascorrevo molto tempo con i miei personaggi."
Inoltre, l'autrice ci racconta come si sviluppa il suo processo creativo. "Trascorrevo molto tempo con i miei personaggi."
- Se con la mente torni indietro al momento in cui hai terminato di scrivere il tuo primissimo libro. Cosa hai fatto subito dopo? Parlo della prima mossa editoriale. Dove lo hai pubblicato, come hai scelto, avevi già un piano di marketing o hai improvvisato... insomma i primissimi passi della tua carriera.
In qualità di autrice fantasy, Anna ha avuto delle difficoltà a muovere il suo primo passo. In passato si trattava di un genere che in Italia non aveva abbastanza seguito da attirare l'attenzione delle case editrici.
"Mandai il manoscritto di Malìa d'Eurasia, di genere fantasy, a millemila editori. Tanti complimenti... ma a quei tempi nessuno era disposto a pubblicare il fantasy di un'autrice italiana. Era un genere in declino, prima che Licia Troisi e i film de Il Signore degli Anelli lo rilanciassero.
Poi venni a sapere che una piccola casa editrice di Bologna, che si occupava di manuali, intendeva inaugurare una collana di narrativa. Mandai il manoscritto anche a loro, che lo pubblicarono nel 2005.
Devo dire che né la veste grafica né l'editing mi hanno mai pienamente soddisfatto, quindi adesso lo sto praticamente riscrivendo, per riproporlo in chiave più matura e con la copertina che ho desiderato fin dall'inizio, dell'illustratrice Daniela Durisotto.
Ai tempi non avrei saputo come muovermi. Fu l'editore a organizzare alcune presentazioni in zona; uscì anche qualche articolo sui quotidiani locali. Ci fu una seconda edizione l'anno successivo alla pubblicazione, a seguito di una prima, piccola tiratura. Come esperienza non andò malissimo, anche se ogni volta che mi trovavo con un pubblico davanti perdevo qualche anno di vita, essendo glossofobica. Ecco, questo non è cambiato, ho ancora il terrore di parlare in pubblico."
La Storia di Anna ci insegna che nessuna scelta del passato ci dovrebbe vincolare. Trovo che la sua scelta di riprendere in mano la sua prima opera sia davvero buona. Personalmente ci vedo un omaggio a quei personaggi che ci hanno accompagnato nel processo creativo che ha dato il via a tutta la nostra storia editoriale. Come un vecchio amico, il nostro primo libro, merita riconoscenza.
Inoltre Anna ci mostra fino a che punto ci si può spingere per dare visibilità al proprio lavoro. Superare la glossofobia (paura di parlare in pubblico), è un chiaro segno di quanto l'autrice sia disposta a sacrificarsi per il suo obbiettivo.
- Self o editore? Perché?
Come ci ha raccontato, la sua storia è iniziata con una CE. Ma l'esperienza non l'ha soddisfatta. "Sono rimasta piuttosto delusa da alcune esperienze editoriali. Diversi libri pubblicati e mai un report di vendita né un soldo. si pretendeva che prendessi parte a presentazioni in giro per l'Italia sempre a spese mie."
Queste deludenti esperienze hanno spinto l'autrice a prendersi una pausa di circa 10 anni, dopo la quale ha deciso di tornare alla ribalta con un nuovo nome d'arte. Questa volta si è rivolta al self. "Per tagliare i ponti con 'ieri' e andare verso 'domani', ho cambiato il mio nome in A.Mara Cortes e mi sono data al self, pubblicando su Amazon."
Nel corso della sua carriera, ha collezionato esperienze piacevoli e collaborazioni interessanti. "Ci sono state, in mezzo, anche belle esperienze, come diversi lavori scritti a quattro mani con la giornalista viareggina Elena Torre (la raccolta di racconti Erode e la psicopatia dell'allenamento e i romanzi noir L'eroe ed E3)."
- Secondo te i lettori dove si trovano? Social, forum, librerie, giornali, radio tv... i tuoi dove li hai trovati?
Praticamente ovunque. "Oggi incrocio i nuovi lettori principalmente sui social, sui gruppi di appassionati di un genere piuttosto che di un altro (io scrivo di tutto e mi iscrivo dappertutto! :D ). Se conosco qualcuno e ne ho l'occasione, parlo un po' dei miei libri e c'è chi si incuriosisce."
A partire dalle persone che incontriamo goni giorno. "Pierpaolo, amico barista che mi nutre ogni giorno a pranzo, è ufficialmente il mio fan numero uno e ha letto tutto, proprio tutto quello che ho scritto finora."
Anna ci racconta anche delle difficoltà che, in quanto autrice self, riscontra nel collaborare con le librerie indipendenti. "Lavorando in self è difficile raggiungere le librerie, tantomeno la grande distribuzione. Inoltre, poco ma sicuro, le librerie indipendenti ti detestano perché ritengono che tu abbia scelto la via più facile. In realtà, è quella in cui davvero ci metti la faccia: non hai un editore, magari grosso, a sponsorizzarti o a coprirti le spalle: sei completamente esposto."
- Il più grande errore che hai commesso durante questo viaggio per diventare scrittore. Se potessi tornare indietro come lo correggeresti?
L'Autrice rimpiange di aver dato fiducia alle persone sbagliate. "Mi sono fidata di persone che si sono dimostrate poco professionali, se tornassi indietro pretenderei tutte le risposte che non ho avuto, magari facendomi rappresentare da un legale."
Inoltre riporta la nostra attenzione sull'importanza per i dettagli, confidandoci un suo piccolo strafalcione. "Ah! Un refuso sul retro di copertina della prima edizione del noir Le donne di Frieder. Maledizione. Potendo, rileggerei quella sinossi altre cinquecento volte."
- La scelta più azzeccata che ti ha fatto svoltare?
Ancora incerta su quale possa essere la scelta che le permetterà di svoltare, di recente Anna ha messo la sua abilità come scrittrice al servizio di una causa inclusiva, lavorando ad opere che diano visibilità a tematiche specifiche.
"Spero che si muova qualcosa nei prossimi tempi, grazie al romanzo per ragazzi (ma non solo) Turi Tourette. È un libro a cui tengo molto perché intendo donare la metà dei diritti d'autore all'associazione no-profit Tourette Italia, che ha curato prefazione e postfazione, rispettivamente a cura di Fabiola Oliva e Monica Gentile, referenti per le regioni Lazio e Puglia. L'associazione porta la conoscenza della Sindrome di Tourette nelle scuole e trova sempre il modo di stare vicino alle famiglie dei ragazzi con questo disturbo neurologico, spesso bullizzati ed emarginati, o ancora ingiustamente puniti per comportamenti che non possono controllare. Sono iscritta io stessa al Gruppo Nazionale di Supporto su Facebook. Nei prossimi giorni presenteremo il libro a Brindisi, dove è stato aperto il primo sportello d'ascolto in Italia.
È importante che ci sia chi crede in me, così non mollo!
Ho collaborato con l'artista e attivista per i diritti della comunità LGBTQ+ Vinnie Palombino, con cui ho realizzato due pubblicazioni a tema per i giovanissimi (C'era una Volta - Storia di un principe che diventò una principessa e una principessa che diventò un principe e Belle di Zia - Come Ogni Vita In Due)."
Unendo nobili intenti e passione, ci auguriamo che Anna possa raggiungere il maggior numero di lettori possibili.
- La cosa che ti dà maggior soddisfazione di questo lavoro?
"Sviluppare e dare concretezza a un'idea; studiare i personaggi e vederli avviarsi per la loro strada di pagina in pagina. Poter tenere in mano e sfogliare il frutto di tanto impegno. E i complimenti, naturalmente, quando me ne fanno. A chi non piace ricevere dei complimenti? Infine, anche se le percentuali dei diritti d'autore sono sempre piuttosto basse, sono soldini con cui posso provare a fare qualcosa per gli altri, magari poco ma di cuore."
Come si è visto all'inizio dell'intervista, per Anna i personaggi creati sono più che meri strumenti narrativi, ma quasi veri amici con cui esplorare mondi alternativi, pronti ad offrire ad ogni lettore l'atmosfera, il romanticismo e i valori; di cui questa realtà è tristemente povera.
- Ultimi consigli che desideri offrire ai colleghi. Cose da non fare o cose da fare assolutamente.
In merito agli ultimi consigli, Anna si concentra sui rischi che si corrono accettando contratti offerti dalle CE.
"Se siete alla prima esperienza, non affidatevi assolutamente al primo editore che vi dice di sì, magari pagando profumatamente per la pubblicazione. Un editore serio dovrebbe assumersi il rischio d'impresa, ma capisco che siano tempi difficili per tutti. Se siete disposti a pagare, accertatevi che il contributo sia per lo meno ragionevole e che non vi appioppino una quantità di copie che non riuscireste mai a smaltire. Verificate ogni singola riga del contratto, accertatevi di che cosa comprenda (pubblicità, articoli sui giornali, presentazioni), discutete le vostre percentuali e, soprattutto, non abbiate paura di farvi dare quello che vi spetta."



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